La Bottega delle Lingue è felice di invitarvi alla giornata a porte aperte e alla presentazione del romanzo Apnea di Diego Salvadori.
Giornata a porte aperte per venire a conoscerci, avere informazioni sui nuovi corsi in partenza, parlare con gli insegnanti e conoscere il nostro metodo.
Il tutto accompagnato da un aperitivo.
A seguire ospitiamo l’autore Diego Salvadori per la presentazione del suo romanzo Apnea.
Accorrete numerosi, vi aspettiamo!
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Titolo: Apnea
Autore: Diego Salvadori
Editore: Streetlib
ISBN: 9788822887726
Genere: Thriller/ Dark Romance
Data di uscita: 9 gennaio 2017
Pagine: 161 (ebook); 186 (cartaceo)
Prezzo: 0,99 (ebook); 8,49 (cartaceo)
Link acquisto: amazon (http://amzn.eu/fMlvGA6), google play (https://tinyurl.com/ycvqngkf), itunes
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Trama: Quella tra Guido e Lisa è un’amicizia profonda, dove l’uno completa l’altra in un legame
simbiotico e privo di zone d’ombra, dove i segreti non hanno ragione di esistere e la sincerità è il solo e
unico imperativo. Nessuno, però – neanche Guido – si è accorto di quella tristezza che, da un tempo a
questa parte, serpeggia negli occhi di Lisa: di quell’angoscia silente, eppure insidiosa, che ogni notte la
tiene sveglia e le fa vivere un’esistenza senza respiro, toccando il fondo in un’apnea ormai fatale.
Toccherà a Guido, allora, scavare nella sua anima e in quello che resta di lei, alle prese con un segreto
che, forse, sarebbe stato meglio non rivelare.
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=WjNwgCSzLak
Sito web autore: http://diegosalvadori.blogspot.com
Goodreads profile: https://www.goodreads.com/author/show/4624889.Diego_Salvadori
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Estratto:
L’oscurità era totale. Se non fosse stato per il gelo, Guido si sarebbe creduto ancora nel letto: sentiva la testa pesante, la bocca impastata, un dolore lancinante alla schiena. L’unica cosa viva era il buio. Provò ad alzarsi e arrancò qualche passo, ma si accorse di avere i piedi fermi, bloccati. Coi polpastrelli riconobbe il metallo, le rugginose maglie di una catena, stretta così forte che gli segava la pelle. Il suo sguardo continuava a vagare: fuori era ancora notte, lo intuiva dal nero oltre le grate della finestra, mentre il terreno umido, quasi sudato, gli ricordò un posto adibito all’allevamento, forse una stalla. Puzzava di muffa, di chiuso, e anche la sua felpa, l’unico indumento rimasto addosso, era satura di quell’odore. Liquida, l’assalì la paura. Batteva i denti come sassi su una lavagna. Prigioniero, sì, intrappolato. Qualcuno lo teneva là dentro e le supposizioni presero a inseguirsi nella sua testa, mentre lo sguardo attraversava in linea retta e obliqua quel perimetro oscuro, che tuttavia gli appariva sempre più vasto. Fu allora che l’aria prese a spostarsi e un profumo ‘buono’ gli arrivò alle narici: note agrumate di Fahrenheit che ricomponevano la figura di un’ombra, pronta a acquistare man mano fisionomia, una sinistra corporeità. Poi un rumore, uno schiocco lontano: la guancia destra ricevette uno sputo. La voce era netta, decisa, a tratti suadente, la riconobbe da subito in quegli ordini perentori.
(Cap. VIII, p. 46)